“SANO DA MANGIARE” ricettario nutraceutico della tradizione gastronomica laziale

Il progetto aveva come finalità la realizzazione di una miniguida della cucina territoriale dal titolo “Sano da mangiare. Ricettario nutraceutico della tradizione gastronomica del Lazio” la cui originalità è quella di:

  • coniugare i piatti della gastronomia regionale con la valorizzazione delle specialità agroalimentari del territorio.
  • salvaguardare le tradizioni autentiche del mangiare costantemente esposte al rischio deculturativo
  • perseguire obiettivi di divulgazione di salubrità gastronomica su scala sovra-territoriale e intergenerazionale, soprattutto rivolgendosi alle giovani generazioni sempre più omologate a modelli alimentari globalizzati e nutrizionalmente scorretti (fast food, junkfood, fatfood).

I capisaldi dell’idea progettuale sono incentrati su una triplice finalità

  • Promuovere le economie della tipicità e delle autenticità territoriali
  • Sensibilizzare alla pratiche della sostenibilità ecologica, ambientale ed economica
  • Favorire forme di recupero alimentare attraverso la conoscenza di piatti della tradizione improntati all’insegna della circolarità delle materie prime e del non spreco. Proprio per questa ragione molte ricette incluse nella pubblicazione sono ispirate alle forme di riuso dei cibi nel quadro di un economia circolare di cui si avverte sempre più l’esigenza come antidoto alle derive consumistiche della contemporaneità in atto.

Al riguardo di quest’ultima finalità la selezione delle ricette tiene conto dell’aderenza con le tradizioni culturali, le vocazioni produttive e le corrispondenze storiche con le singole province della regione che le hanno espresse, generando un dialogo tra uomo e territorio che nella lunga durata storica ha prodotto delle eccellenze alimentari inerenti sia il comparto dell’agricoltura, sia della pastorizia, sia della silvicoltura, sia della marineria.

Queste eccellenze gastronomiche, un tempo connotative di un modo di mangiare semplice, genuino, non artificiale, propongono al consumatore moderno una modalità di riferirsi al cibo ossequiosa dei concetti di stagionalità, di identità, di territorialità, e soprattutto di eticità. Ciò in quanto mirano a favorire l’acquisto (possibilmente diretto) e il consumo di prodotti agroalimentari dotati del minimo di impronta, idrica, carbonica, ecologica e dunque pienamente rispondenti alle logiche del km0

Estratto della pubblicazione

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